L’eterno ritorno del sempre uguale, atto primo


Roma, 14 gennaio 2013.

"Dobbiamo essere critici verso noi stessi, ma il calcio non è il terminale di tutti i mali del Paese. Noi sbagliamo, ma diamo molto più di quello che riceviamo. Le società di vertice versano 900 milioni di imposte", dixit Giancarlo Abete (62 anni), nel suo intervento di reinvestitura (è sulla carega maxima dal 2007), in cui ha anche inserito citazioni di Amartya Sen e Gandhi, Metastasio e Giuseppe Mazzini. Ha fatto il liceo classico, dunque, come Claudius Lotitus (55 anni), che ha commentato: “Abete è la continuità nell’ottica del rinnovamento”. La pièce è di Petrolini, il voto è bulgaro (94,34%), e il calcio italiano si riaffida ai soliti noti fino al 2017. Roberto Beccantini: “La conferma di Giancarlo Abete alla presidenza della Federazione Italiana Giuoco Calcio è come un vino che sa di tappo” (L’Abetino).