C'era un ragazzo che come noi amava il rap e il Real Madrid ...


26 giugno 2015, Sousse

E' forse una foto destinata a entrare nell'immaginario storico collettivo come quella dell'attentato delle due torri dell'11 settembre 2001. Seiffedine Rezgui si allontana a piedi dal teatro della sua Jihād, senza correre, con un'espressione assorta che cela il mistero angoscioso delle ragioni dell'atto che ha appena compiuto. Analogo, per molti versi, a quello di Anders Behring Breivik, di Dylann Storm Roof e di tanti altri individui che hanno compiuto nelle settimane scorse e in anni recenti stragi di esseri umani inermi.

Chi lo conosceva lo ricorda come un appassionato di musica rap e di calcio, dal Real Madrid della "decima" alla nazionale tunisina, eliminata ai quarti di finale della Coppa d'Africa dello scorso gennaio. "Ogni tanto, quando passava di qui per andarci, si fermava a dare due calci al pallone con noi", ha detto un conoscente: "Era anche bravo, ma faceva due passaggi e stop: salutava, e via nella Grande Moschea".

Qui vogliamo ricordare anche Hervé Cornara, il primo uomo a essere decapitato in Europa per motivi religiosi negli ultimi due secoli. Amava il calcio anche lui: era abbonato dell'Olympique Lyonnais.

Viviamo anni difficili, di guerra. Ma non dobbiamo perdere la speranza che anche l'esperanto calcistico possa - al fine - aiutarci a ridare un tassello di senso a quanto appare non averne.