Il Mondiale è cominciato


Sao Paolo, 25 gennaio 2014

Nel 460° anniversario della fondazione della città, migliaia di giovani brasiliani sono scesi in strada per protestare contro i Mondiali della FIFA e contro le autorità politiche. In gioco sono le risorse dirottate dal “welfare” alle infrastrutture, agli appalti e alla corruzione. Le ragioni avanzate dai contestatori sono sacrosante. Ma le violenze e i Black Blocs non sono giustificabili. A nessuna latitudine.

Ci attendono mesi - e poi settimane dal 12 giugno in poi - in cui rischia di smarrirsi ogni senso. Da un lato le ragioni dei brasiliani che non trarranno alcun beneficio dal baraccone affaristico e mediatico rischiano di svanire nella violenza. Dall’altro la corruzione dei politici e della FIFA potranno farsi velo dietro la repressione. Un dialogo tra sordi. Una regia già sperimentata durante la Confederations Cup del 2013.

Il timore è che - come spesso accade in occasioni simili - perdano la vita delle vittime innocenti. Perché saranno presto dimenticate. Perché lo show verserà una lacrima coccodrillesca. E andrà avanti. Nell’amarezza di tutti gli uomini di buona volontà.